La conoscenza sui fattori che possono ostacolare o favorire i processi dell’innovazione è cresciuta significativamente negli ultimi decenni. È stato ampiamente dimostrato e verificato che gli attori e gli strumenti che intervengono in tale processo sono molteplici. Tuttavia, la competitività tecnologica ed economica di un paese non dipende solo dal numero o dalla capacità dei singoli attori ovvero dalla qualità o utilizzazione degli strumenti, ma soprattutto dall’attitudine degli attori di porsi in relazione scambievole e dalla disposizione degli stessi a condurre gli strumenti di gestione dell’innovazione per una efficace e significativa ricaduta delle azioni di Ricerca, Sviluppo e Innovazione. In questo lavoro si dimostrerà che la tesi del “fare sistema”, cooperare mutevolmente, scambiare conoscenza, ampiamente riconosciuta in letteratura per la crescita economica e sociale di un determinato contesto ambientale e/o territoriale, richiede la necessaria presenza di una corporate governance di organizzazione, gestione e impiego: • degli strumenti di incontro tra gli attori del ciclo dell’innovazione; • degli strumenti che alimentano lo sviluppo, la generazione e la selezione delle idee; • degli strumenti di analisi delle informazioni che arrivano dai produttori e/o utilizzatori di conoscenza, dal territorio pubblico e da quello sociale, ma anche dall’interconnessione tra i diversi soggetti e/o prodotti di mercato; • dei feedback dei processi produttivi e commerciali, di service e di quelli provenienti dal territorio; • degli strumenti per rendere efficienti e metodologici i processi di sviluppo e progettazione, e accurate e sistematiche relazioni tra gli attori. Il lavoro parte da un richiamo di quelli che sono i programmi di intervento italiano nel percorso di crescita sostenibile, evidenziando l’inadeguatezza di tali programmi di fronte alla globalizzazione e alle innumerevoli e diverse variabili ed esigenze del territorio nazionale. Poi vengono richiamati i diversi modelli di sviluppo dell’innovazione rinvenibili in letteratura, dal “Black Box Model” ai modelli lineari, dai modelli Dinamici a quelli Sistemici (Cluster, Sistema Regionale di Innovazione, Tripla Elica), dai modelli evolutivi alla “Social Innovation”, dimostrando che le diverse iniziative o tentativi di applicazione o riscontri degli stessi nel contesto italiano hanno sempre scontato il limite degli “attuatori” delle strategie di stretta interazione fra creatività, innovazione, tecnologia, pianificazione, mercato, capitale umano, finanza, società e politica di sviluppo. Successivamente si parla della straordinaria efficacia del paradigma della Quadrupla Elica, pressoché disatteso e inattuato nel contesto italiano. Il lavoro prosegue con il significato della Terza Missione e dell’importanza che sta assumendo come finalità istituzionale delle Università italiane e degli Enti Pubblici di Ricerca, per sfociare in un commento sulle capacità di Trasferimento Tecnologico di tali enti. Dopo l’analisi dei fattori che incidono negativamente su un efficace dialogo tra le università e le imprese, si affrontano, infine le criticità del Sistema Italia a livello internazionale sul piano dell’innovazione e delle competitività.
Potenziamento dei servizi di t.t. per gli attori della quadrupla elica
Giorgia Rivoira;Diego Santaliana
2018-01-01
Abstract
La conoscenza sui fattori che possono ostacolare o favorire i processi dell’innovazione è cresciuta significativamente negli ultimi decenni. È stato ampiamente dimostrato e verificato che gli attori e gli strumenti che intervengono in tale processo sono molteplici. Tuttavia, la competitività tecnologica ed economica di un paese non dipende solo dal numero o dalla capacità dei singoli attori ovvero dalla qualità o utilizzazione degli strumenti, ma soprattutto dall’attitudine degli attori di porsi in relazione scambievole e dalla disposizione degli stessi a condurre gli strumenti di gestione dell’innovazione per una efficace e significativa ricaduta delle azioni di Ricerca, Sviluppo e Innovazione. In questo lavoro si dimostrerà che la tesi del “fare sistema”, cooperare mutevolmente, scambiare conoscenza, ampiamente riconosciuta in letteratura per la crescita economica e sociale di un determinato contesto ambientale e/o territoriale, richiede la necessaria presenza di una corporate governance di organizzazione, gestione e impiego: • degli strumenti di incontro tra gli attori del ciclo dell’innovazione; • degli strumenti che alimentano lo sviluppo, la generazione e la selezione delle idee; • degli strumenti di analisi delle informazioni che arrivano dai produttori e/o utilizzatori di conoscenza, dal territorio pubblico e da quello sociale, ma anche dall’interconnessione tra i diversi soggetti e/o prodotti di mercato; • dei feedback dei processi produttivi e commerciali, di service e di quelli provenienti dal territorio; • degli strumenti per rendere efficienti e metodologici i processi di sviluppo e progettazione, e accurate e sistematiche relazioni tra gli attori. Il lavoro parte da un richiamo di quelli che sono i programmi di intervento italiano nel percorso di crescita sostenibile, evidenziando l’inadeguatezza di tali programmi di fronte alla globalizzazione e alle innumerevoli e diverse variabili ed esigenze del territorio nazionale. Poi vengono richiamati i diversi modelli di sviluppo dell’innovazione rinvenibili in letteratura, dal “Black Box Model” ai modelli lineari, dai modelli Dinamici a quelli Sistemici (Cluster, Sistema Regionale di Innovazione, Tripla Elica), dai modelli evolutivi alla “Social Innovation”, dimostrando che le diverse iniziative o tentativi di applicazione o riscontri degli stessi nel contesto italiano hanno sempre scontato il limite degli “attuatori” delle strategie di stretta interazione fra creatività, innovazione, tecnologia, pianificazione, mercato, capitale umano, finanza, società e politica di sviluppo. Successivamente si parla della straordinaria efficacia del paradigma della Quadrupla Elica, pressoché disatteso e inattuato nel contesto italiano. Il lavoro prosegue con il significato della Terza Missione e dell’importanza che sta assumendo come finalità istituzionale delle Università italiane e degli Enti Pubblici di Ricerca, per sfociare in un commento sulle capacità di Trasferimento Tecnologico di tali enti. Dopo l’analisi dei fattori che incidono negativamente su un efficace dialogo tra le università e le imprese, si affrontano, infine le criticità del Sistema Italia a livello internazionale sul piano dell’innovazione e delle competitività.File | Dimensione | Formato | |
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