A partire da dicembre 2010 e per alcuni mesi del 2011 la zona compresa tra la Val Lapisina e Sella Fadalto, al confine tra i comuni di Vittorio Veneto (TV) e Farra d’Alpago (BL), è stata interessata da una serie di fenomeni acustici percepiti dalla popolazione e descritti come “botti” o “boati”. Al fine di indagare sulla possibile origine sismica di tali fenomeni, il Centro di Ricerche Sismologiche (CRS) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), in collaborazione con la Protezione Civile del Veneto, il 26 gennaio 2011 ha avviato una campagna di misure multidisciplinari nell’area, a partire dall’installazione di una rete locale di stazioni sismiche poste in acquisizione continua (Fig. 1). Con i primi rilievi e sulla base delle segnalazioni fornite dalla popolazione (data e ora dei botti, con una indicazione qualitativa dell’intensità percepita come “forte”, “media” e “debole”) è stato possibile verificare come ai fenomeni acustici corrispondessero registrazioni sismometriche caratterizzate da frequenze dominanti superiori ai 30 Hz con due treni d’onda chiaramente distinguibili ed interpretabili come P ed S, con differenze nei tempi di arrivo comprese tra 0.1 e 0.6 secondi. Sulla base delle caratteristiche del segnale è stato realizzato un sistema di allarme per la Protezione Civile del Veneto finalizzato al riconoscimento automatico degli eventi di interesse. Le registrazioni continue prodotte dalla rete sono state sottoposte ad analisi off-line per un riconoscimento più accurato degli eventi. Nel periodo 26 gennaio – 31 agosto 2011 sono stati registrati più di 500 eventi per i quali è stata effettuata la lettura dei tempi di arrivo P ed S. L’andamento temporale del numero di eventi indica un decadimento esponenziale del fenomeno, che tende ad esaurirsi nel mese di agosto. Per le localizzazioni sono stati utilizzati modelli di velocità distinti per le singole stazioni definiti in base a considerazioni geologiche ed ai risultati di un esperimento di sismica attiva condotto dall’OGS. Dal 28 aprile 2011, il sensore sismometrico installato presso la stazione sismica FADA è stato affiancato da un sensore infrasound installato dall’Università di Firenze (Pesaresi e Ripepe, 2013). Sulla base delle registrazioni ed i dati di localizzazione e dal confronto con alcuni lavori da letteratura (Milanovic, 1985; Fehler e Bame, 1985) si possono formulare alcune ipotesi sulla natura del fenomeno. Si può ritenere che la sorgente del fenomeno che ha originato sia le vibrazioni sismiche che gli effetti sonori abbia dimensioni molto limitate e sia posta a profondità ridotta (inferiore ai 1.000 metri), come evidenziato dalle localizzazioni ipocentrali. La chiara corrispondenza tra eventi rilevati acusticamente e segnali sismici, soprattutto con i segnali registrati presso la stazione FADA, è coerente con una ipotesi di localizzazione proprio in verticale e con l’interpretazione scientifica di trasduzione sismoacustica. Non ci sono elementi evidenti per collegare questo fenomeno alla sismicità più profonda di origine tettonica. Non si riscontrano, pure, elementi per attribuirne l’origine a tensioni superficiali nelle rocce che circondano la valle (ovvero, non vi è alcuna evidenza che i segnali registrati corrispondano a rotture legate a potenziali distacchi di grosse masse di roccia ai bordi della valle). Inoltre, i fenomeni osservati sembrano seguire con regolarità (distanza di circa 60 giorni) i picchi di precipitazione piovosa. I diversi elementi portano a formulare un'ipotesi di fenomeno idrogeologico con effetto ritardato: il sistema di fessure della struttura carsica porterebbe lentamente l'acqua dalla superficie alla profondità critica (limite permeabile/impermeabile), attivando microfratture (movimenti di piccole faglie) oppure inducendo tipici effetti idrodinamici (scarico di sifoni, colpi d’ariete, ecc.). In Trentino esiste un fenomeno analogo. Vicino al paese di Sporminore, la grotta chiamata Bus de la Spia consiste in un sifone pensile che, a intervalli regolari, vede salire e scendere il livello interno dell’acqua. Quando il sifone si riempie, all’incirca sei volte nelle 24 ore, l’acqua sale provocando un profondo muggito.
Un'indagine multidisciplinare per caratterizzare boati causati da fenomeni idrogeologici: l’esperienza dell’OGS in Val Lapisina
Bragato PL;Pesaresi D;Sugan M
2014-01-01
Abstract
A partire da dicembre 2010 e per alcuni mesi del 2011 la zona compresa tra la Val Lapisina e Sella Fadalto, al confine tra i comuni di Vittorio Veneto (TV) e Farra d’Alpago (BL), è stata interessata da una serie di fenomeni acustici percepiti dalla popolazione e descritti come “botti” o “boati”. Al fine di indagare sulla possibile origine sismica di tali fenomeni, il Centro di Ricerche Sismologiche (CRS) dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), in collaborazione con la Protezione Civile del Veneto, il 26 gennaio 2011 ha avviato una campagna di misure multidisciplinari nell’area, a partire dall’installazione di una rete locale di stazioni sismiche poste in acquisizione continua (Fig. 1). Con i primi rilievi e sulla base delle segnalazioni fornite dalla popolazione (data e ora dei botti, con una indicazione qualitativa dell’intensità percepita come “forte”, “media” e “debole”) è stato possibile verificare come ai fenomeni acustici corrispondessero registrazioni sismometriche caratterizzate da frequenze dominanti superiori ai 30 Hz con due treni d’onda chiaramente distinguibili ed interpretabili come P ed S, con differenze nei tempi di arrivo comprese tra 0.1 e 0.6 secondi. Sulla base delle caratteristiche del segnale è stato realizzato un sistema di allarme per la Protezione Civile del Veneto finalizzato al riconoscimento automatico degli eventi di interesse. Le registrazioni continue prodotte dalla rete sono state sottoposte ad analisi off-line per un riconoscimento più accurato degli eventi. Nel periodo 26 gennaio – 31 agosto 2011 sono stati registrati più di 500 eventi per i quali è stata effettuata la lettura dei tempi di arrivo P ed S. L’andamento temporale del numero di eventi indica un decadimento esponenziale del fenomeno, che tende ad esaurirsi nel mese di agosto. Per le localizzazioni sono stati utilizzati modelli di velocità distinti per le singole stazioni definiti in base a considerazioni geologiche ed ai risultati di un esperimento di sismica attiva condotto dall’OGS. Dal 28 aprile 2011, il sensore sismometrico installato presso la stazione sismica FADA è stato affiancato da un sensore infrasound installato dall’Università di Firenze (Pesaresi e Ripepe, 2013). Sulla base delle registrazioni ed i dati di localizzazione e dal confronto con alcuni lavori da letteratura (Milanovic, 1985; Fehler e Bame, 1985) si possono formulare alcune ipotesi sulla natura del fenomeno. Si può ritenere che la sorgente del fenomeno che ha originato sia le vibrazioni sismiche che gli effetti sonori abbia dimensioni molto limitate e sia posta a profondità ridotta (inferiore ai 1.000 metri), come evidenziato dalle localizzazioni ipocentrali. La chiara corrispondenza tra eventi rilevati acusticamente e segnali sismici, soprattutto con i segnali registrati presso la stazione FADA, è coerente con una ipotesi di localizzazione proprio in verticale e con l’interpretazione scientifica di trasduzione sismoacustica. Non ci sono elementi evidenti per collegare questo fenomeno alla sismicità più profonda di origine tettonica. Non si riscontrano, pure, elementi per attribuirne l’origine a tensioni superficiali nelle rocce che circondano la valle (ovvero, non vi è alcuna evidenza che i segnali registrati corrispondano a rotture legate a potenziali distacchi di grosse masse di roccia ai bordi della valle). Inoltre, i fenomeni osservati sembrano seguire con regolarità (distanza di circa 60 giorni) i picchi di precipitazione piovosa. I diversi elementi portano a formulare un'ipotesi di fenomeno idrogeologico con effetto ritardato: il sistema di fessure della struttura carsica porterebbe lentamente l'acqua dalla superficie alla profondità critica (limite permeabile/impermeabile), attivando microfratture (movimenti di piccole faglie) oppure inducendo tipici effetti idrodinamici (scarico di sifoni, colpi d’ariete, ecc.). In Trentino esiste un fenomeno analogo. Vicino al paese di Sporminore, la grotta chiamata Bus de la Spia consiste in un sifone pensile che, a intervalli regolari, vede salire e scendere il livello interno dell’acqua. Quando il sifone si riempie, all’incirca sei volte nelle 24 ore, l’acqua sale provocando un profondo muggito.File | Dimensione | Formato | |
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