L’evoluzione geologica e tettonica del Golfo di Trieste ha subito una deformazione polifasica passandoda un regime estensionale mesozoico con la formazione della piattaforma carbonatica, alla fase orogeneticacenozoica con la formazione delle dinaridi, e di cui il golfo costituisce l’avanfossa più recente riempita dasedimenti flyscioidi eocenici e successivamente coinvolta dall’avanzata dei thrusts frontali della catena, einfine la formazione della catena alpina che ha generato una riattivazione delle strutture in modalitàtrascorrente/transpressiva.Le diverse fasi tettoniche hanno generato un sistema di strutture con andamento principale NW-SE.Presentano tale orientamento sia il margine della piattaforma carbonatica mesozoica relativo alla faseestensionale, che il thrust frontale della dinaridi (Faglia di Trieste) localizzato in corrispondenza della costaorientale del golfo [Busetti et al., 2010a, b].Evidenze da profili sismici multicanale e profili ad alta risoluzione acquisiti nel 2005 e nel 2009dall’OGS, indicano come le strutture tettoniche formatesi durante le fasi deformative meso-cenozoichepresentano indizi di attività tettonica anche durante il Quaternario [Busetti et al., 2010a, b].Le caratteristiche della deformazione dell’attività neotettonica sono principalmente rigetti fino a circa 30metri in corrispondenza della superficie di erosione Messiniana-Pliocenica, e deformazioni dei sedimenticontinentali e marini Quaternari. I dati sismici ad alta risoluzione evidenziano come alcune strutturepresentano attività tettonica con rigetti metrici evidenti fino ai sedimenti pre-Olocenici.Le strutture con attività neotettonica, costituiscono le vie preferenziali di risalita di fluidi. Tali fluidiprovengono sia dalla sequenza carbonatica, che da quella quaternaria, e evidenti accumuli di fluidi sonopresenti nei sedimenti tardo Pleistocenici. La risalita di fluidi in alcuni casi può arrivare fino al fondo mare,in corrispondenza del quale si formano rilievi e pockmarks di dimensioni metriche, e dare origine a plumesnella colonna d’acqua (ben visibili nei profili ad alta risoluzione), fenomeno peraltro già noto allepopolazioni costiere.I fluidi potrebbero essere costituiti dalle acque termali a bassa entalpia presenti nei carbonati, e la cuifuoriuscita è presente a terra, nonché da gas, principalmente metano, presenti nei sedimenti quaternari.
Attività neotettonica e migrazione di fluidi nel Golfo di Trieste
Busetti M;Zgur F
2013-01-01
Abstract
L’evoluzione geologica e tettonica del Golfo di Trieste ha subito una deformazione polifasica passandoda un regime estensionale mesozoico con la formazione della piattaforma carbonatica, alla fase orogeneticacenozoica con la formazione delle dinaridi, e di cui il golfo costituisce l’avanfossa più recente riempita dasedimenti flyscioidi eocenici e successivamente coinvolta dall’avanzata dei thrusts frontali della catena, einfine la formazione della catena alpina che ha generato una riattivazione delle strutture in modalitàtrascorrente/transpressiva.Le diverse fasi tettoniche hanno generato un sistema di strutture con andamento principale NW-SE.Presentano tale orientamento sia il margine della piattaforma carbonatica mesozoica relativo alla faseestensionale, che il thrust frontale della dinaridi (Faglia di Trieste) localizzato in corrispondenza della costaorientale del golfo [Busetti et al., 2010a, b].Evidenze da profili sismici multicanale e profili ad alta risoluzione acquisiti nel 2005 e nel 2009dall’OGS, indicano come le strutture tettoniche formatesi durante le fasi deformative meso-cenozoichepresentano indizi di attività tettonica anche durante il Quaternario [Busetti et al., 2010a, b].Le caratteristiche della deformazione dell’attività neotettonica sono principalmente rigetti fino a circa 30metri in corrispondenza della superficie di erosione Messiniana-Pliocenica, e deformazioni dei sedimenticontinentali e marini Quaternari. I dati sismici ad alta risoluzione evidenziano come alcune strutturepresentano attività tettonica con rigetti metrici evidenti fino ai sedimenti pre-Olocenici.Le strutture con attività neotettonica, costituiscono le vie preferenziali di risalita di fluidi. Tali fluidiprovengono sia dalla sequenza carbonatica, che da quella quaternaria, e evidenti accumuli di fluidi sonopresenti nei sedimenti tardo Pleistocenici. La risalita di fluidi in alcuni casi può arrivare fino al fondo mare,in corrispondenza del quale si formano rilievi e pockmarks di dimensioni metriche, e dare origine a plumesnella colonna d’acqua (ben visibili nei profili ad alta risoluzione), fenomeno peraltro già noto allepopolazioni costiere.I fluidi potrebbero essere costituiti dalle acque termali a bassa entalpia presenti nei carbonati, e la cuifuoriuscita è presente a terra, nonché da gas, principalmente metano, presenti nei sedimenti quaternari.File | Dimensione | Formato | |
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