Il territorio del Friuli Venezia Giulia è caratterizzato da un contesto geodinamico attivo e da una conseguente vivace attività tettonica. A testimonianza di ciò si sono i numerosi eventi sismici, anche distruttivi, legati al movimento lungo i numerosi sistemi di faglie presenti al di sotto della superficie topografica. La maggior parte di queste strutture tettoniche sono attive, ovvero si sono mosse ripetutamente in tempi geologici recenti e hanno la potenzialità di riattivarsi anche in un prossimo futuro. In particolare di grande interesse sono le faglie che hanno deformato e/o dislocato depositi, sia di tipo lapideo che sciolto, o originato deformazione sulla superficie terrestre negli ultimi 40.000 anni. Evidente è stata quindi la necessità di avere uno strumento pianificatorio, pubblicamente disponibile, che rappresentasse la sintesi delle conoscenze riguardanti l’attività dei principali lineamenti tettonici del territorio regionale, motivo per cui il Servizio geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, in accordo con: il Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali dell’Università degli Studi di Udine; il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste; l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha promosso il progetto per la redazione del geodatabase delle faglie attive della Regione Friuli Venezia Giulia. Tale progetto, che si è sviluppato da dicembre 2016 fino a novembre 2021, ha permesso di raccogliere e omogeneizzare in un unico strumento informatico le conoscenze riguardanti le principali strutture tettoniche presenti in Regione, capaci di generare deformazione areale e lineare sul territorio. Le strutture sono state divise in: Faglia attiva: faglia che ha deformato e/o dislocato depositi o forme di età ≤ 40.000 anni Faglia potenzialmente attiva: faglia la cui attività non è determinabile negli ultimi 40.000 anni Faglia con attività quaternaria indeterminata: faglia che disloca o deforma successioni pre-quaternarie, ma la cui attività quaternaria non è determinabile Faglia con attività indeterminata: faglia per cui le conoscenze attuali non permettono l’i nserimento nelle precedenti definizioni. Nel database sono state inserite non solo le faglie di cui abbiamo testimonianza di attività negli ultimi 40.000 anni, ma anche quelle faglie di cui non abbiamo ancora o non possiamo avere la certezza di tale movimento o che si sono mosse anche più anticamente. Si è arrivati quindi a realizzare un geodatabase in ambiente GIS delle faglie attive, che rappresenta un prototipo nell’ambito dei database relativi alle strutture tettoniche, sia per il dettaglio delle informazioni contenute che per l’organizzazione delle stesse. Infatti, esso contiene sia le osservazioni georiferite, denominate “indizi”, che hanno portato alla identificazione delle strutture tettoniche, sia i tratti di correlazione degli stessi con la struttura nel suo insieme, nonché un indice di qualità dei dati che hanno supportano l’i nterpretazione delle strutture tettoniche. Tutti ciò al fine di fornire non solo informazioni sulla distribuzione delle superfici di faglia e sul territorio interessato da fagliazione, ma anche l’analisi qualitativa delle stesse indispensabile per il loro utilizzo, ossia per capire quando sia il caso di prevedere maggiori approfondimenti prima di operare sul territorio di interesse. Il geodatabase delle faglie attive è uno strumento che nasce a fini pianificatori ma è stato reso pubblicamente disponibile (liberamente consultabile da liberi professionisti, ricercatori, enti locali, ecc.) al fine di migliorare la relazione fra la conoscenza del territorio regionale e gli studi che necessitino di queste informazioni. Nel metterlo a disposizione ci si raccomanda: di citare la fonte in caso di utilizzo; di seguire le linee guida allegate ed il relativo video formativo; di non utilizzare i dati a scala minore di quanto dichiarato; di vagliare per ogni singolo caso la significatività del dato stesso, come ad esempio non potrà esser data per certa l’attività di una faglia che non presenta copertura quaternaria o che non ha sufficienti dati conoscitivi.
Linee guida per l’utilizzo della banca dati georiferita delle faglie attive della regione Friuli Venezia Giulia
Busetti M.Funding Acquisition
;Dal Cin M.;Civile D.;Tamaro A.;
2023-01-01
Abstract
Il territorio del Friuli Venezia Giulia è caratterizzato da un contesto geodinamico attivo e da una conseguente vivace attività tettonica. A testimonianza di ciò si sono i numerosi eventi sismici, anche distruttivi, legati al movimento lungo i numerosi sistemi di faglie presenti al di sotto della superficie topografica. La maggior parte di queste strutture tettoniche sono attive, ovvero si sono mosse ripetutamente in tempi geologici recenti e hanno la potenzialità di riattivarsi anche in un prossimo futuro. In particolare di grande interesse sono le faglie che hanno deformato e/o dislocato depositi, sia di tipo lapideo che sciolto, o originato deformazione sulla superficie terrestre negli ultimi 40.000 anni. Evidente è stata quindi la necessità di avere uno strumento pianificatorio, pubblicamente disponibile, che rappresentasse la sintesi delle conoscenze riguardanti l’attività dei principali lineamenti tettonici del territorio regionale, motivo per cui il Servizio geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, in accordo con: il Dipartimento di Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali dell’Università degli Studi di Udine; il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università degli Studi di Trieste; l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha promosso il progetto per la redazione del geodatabase delle faglie attive della Regione Friuli Venezia Giulia. Tale progetto, che si è sviluppato da dicembre 2016 fino a novembre 2021, ha permesso di raccogliere e omogeneizzare in un unico strumento informatico le conoscenze riguardanti le principali strutture tettoniche presenti in Regione, capaci di generare deformazione areale e lineare sul territorio. Le strutture sono state divise in: Faglia attiva: faglia che ha deformato e/o dislocato depositi o forme di età ≤ 40.000 anni Faglia potenzialmente attiva: faglia la cui attività non è determinabile negli ultimi 40.000 anni Faglia con attività quaternaria indeterminata: faglia che disloca o deforma successioni pre-quaternarie, ma la cui attività quaternaria non è determinabile Faglia con attività indeterminata: faglia per cui le conoscenze attuali non permettono l’i nserimento nelle precedenti definizioni. Nel database sono state inserite non solo le faglie di cui abbiamo testimonianza di attività negli ultimi 40.000 anni, ma anche quelle faglie di cui non abbiamo ancora o non possiamo avere la certezza di tale movimento o che si sono mosse anche più anticamente. Si è arrivati quindi a realizzare un geodatabase in ambiente GIS delle faglie attive, che rappresenta un prototipo nell’ambito dei database relativi alle strutture tettoniche, sia per il dettaglio delle informazioni contenute che per l’organizzazione delle stesse. Infatti, esso contiene sia le osservazioni georiferite, denominate “indizi”, che hanno portato alla identificazione delle strutture tettoniche, sia i tratti di correlazione degli stessi con la struttura nel suo insieme, nonché un indice di qualità dei dati che hanno supportano l’i nterpretazione delle strutture tettoniche. Tutti ciò al fine di fornire non solo informazioni sulla distribuzione delle superfici di faglia e sul territorio interessato da fagliazione, ma anche l’analisi qualitativa delle stesse indispensabile per il loro utilizzo, ossia per capire quando sia il caso di prevedere maggiori approfondimenti prima di operare sul territorio di interesse. Il geodatabase delle faglie attive è uno strumento che nasce a fini pianificatori ma è stato reso pubblicamente disponibile (liberamente consultabile da liberi professionisti, ricercatori, enti locali, ecc.) al fine di migliorare la relazione fra la conoscenza del territorio regionale e gli studi che necessitino di queste informazioni. Nel metterlo a disposizione ci si raccomanda: di citare la fonte in caso di utilizzo; di seguire le linee guida allegate ed il relativo video formativo; di non utilizzare i dati a scala minore di quanto dichiarato; di vagliare per ogni singolo caso la significatività del dato stesso, come ad esempio non potrà esser data per certa l’attività di una faglia che non presenta copertura quaternaria o che non ha sufficienti dati conoscitivi.File | Dimensione | Formato | |
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